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Pozzuoli, Carcere: divampa la polemica sulla raccolta firme per la delocalizzazione

Pubblicato in data 19 nov 2024
Ultima Revisione in data 19 nov 2024

Descrizione
Iniziativa del consigliere comunale Morra, promotore di una petizione sul Carcere di Pozzuoli.

Angela Cicala – docente di Lettere nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli:

‹‹Che senso ha tenere a Pozzuoli il Carcere femminile? È la domanda che si pongono il consigliere Morra e Volpe e a sostegno della quale indicono una raccolta di firme. Chiedono una riqualificazione del sito a scopi sociali e turistici. Forse i soggetti, su citati, non conoscono o non hanno mai conosciuto l’eccellenza e la qualità socio-culturale che da sempre la Casa Circondariale ha attuato nel territorio flegreo.

I soggetti, su citati, ignorano che delocalizzare il carcere significa ghettizzare e giudicare col pregiudizio tipico di chi pensa che sia meglio buttare la chiave della cella, anziché “lavorare” per reinserire in società donne nuove; significa privare la città di un collegamento quotidiano con chi si impegna a guardare il mondo con occhi futuristici e lungimiranti che hanno, nel carcere, investito in una Scuola attiva e innovativa, di cui faccio parte, che da 30 anni opera ‘dentro’ e ha diplomato il numero più alto di detenute in Italia e che con una didattica laboratoriale, teatro, poesia, lettura, informatica, scrittura creativa, permette alle donne la promozione umana, innanzitutto, e poi quella scolastica. Significa distruggere chi coraggiosamente ha investito in una fabbrica del Caffè, del cioccolato, in una sartoria capace di fare lavorare le donne, assunte e pagate con contratto legale.
Significa fare entrare “dentro” da anni generazioni di studenti delle scuole superiori del territorio flegreo e non solo, dell’Università di Napoli e non solo per un confronto diretto sulla reclusione e su ciò che l’ha determinata, a dispetto di migliaia di parole inutili e teoriche spese a favore dell’inclusione degli ultimi, dei fragili, degli emarginati. Significa ignorare che la città di Pozzuoli ha goduto per anni del servizio esterno delle donne recluse nella pulizia di parchi, monumenti, del verde cittadino.

Avere un carcere nel circuito urbano rappresenta un valore aggiunto al senso civico e civile di una comunità, una forza in più, un vettore economico in più (da quando è stato evacuato, i commercianti della zona hanno avuto un decremento economico enorme: polizia penitenziaria, dirigenza, amministrazione, famiglie delle detenute, operatori volontari, docenti.. una città immensa venuta a mancare).

Pozzuoli e la sua classe Dirigente ha in bocca da sempre, in campagna elettorale soprattutto, parole come” rilancio turistico”, “promozione culturale dei giovani”… Parole vuote, promesse mai mantenute, forse perché incapaci di fare e progettare, nonché di operare in un territorio che straripa di Bellezza e di Archeologia, e potenzialmente attrattore straordinario di turismo e di denaro. Ora è il turno della struttura carceraria, ieri del Rione Terra, abbandonato a se stesso, deserto e senza vita, l’altro ieri di strutture meravigliose chiuse dall’83 e mai più riaperte, come i quattro cinema di cui Pozzuoli si vantava.

Sono sconcertata e amareggiata per una proposta che ancora una volta rivela una totale disattenzione verso una realtà che vede ognuno di noi responsabile, una proposta da parte di chi non ha mai messo piede nel carcere e non ha chiaro dentro sé il concetto di Futuro.

Il Futuro passa anche attraverso una concreta e luminosa visione di una politica riformista e realmente dalla parte della gente. Di tutta la gente. Libera e momentaneamente non libera>.

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